I pazienti che soffrono di cefalee ed emicranie persistenti dovrebbero considerare che la ragione del loro disturbo potrebbe risiedere in alcune problematiche anatomiche o funzionali che affliggono l’apparato stomatognatico. Questo, per definizione, rappresenta l’insieme di tutte le strutture che operano per la masticazione e deglutizione del cibo. L’apparato stomatognatico si compone di denti, mascelle, muscoli deputati alla masticazione, epitelio, articolazioni temporomandibolari e relative terminazioni nervose.
Il nesso tra denti ed emicrania è ormai accertato, grazie alla comprensione dei rapporti che esistono tra l’apparato masticatorio e le cefalee secondarie. In buona sostanza, possiamo asserire che esiste certamente una correlazione tra la salute di denti, bocca e mandibola e quella del resto del corpo, poiché tutte le parti sono interconnesse e nessuna andrebbe mai considerata come isolata rispetto alle altre.
In linea generale, una posizione corretta della mandibola corrisponde ad un funzionamento ideale del resto del corpo. Un cattivo funzionamento dei muscoli masticatori porta infatti ad uno squilibrio nella posizione della testa sulla colonna vertebrale e provoca, appunto, l’emicrania.
Se consideriamo che il peso del capo (oscillante, in una persona adulta, tra i 3,6 e i 4,5 chili) si appoggia completamente sulla parte superiore della colonna vertebrale, è facile comprendere come una curvatura della stessa porti anche la mandibola a spostarsi in avanti. La modificazione del morso e la malocclusione dentale che ne derivano sono in grado di sottoporre ad uno stress tremendo non soltanto la schiena, ma anche il collo e la testa, dando luogo a una infiammazione (e dunque a dolore) dei muscoli masticatori.
I disturbi dell’articolazione temporo-mandibolare (ATM) alterano in modo sostanziale il corretto funzionamento della mandibola provocando dolore e infiammazione nei tessuti circostanti, ossia nei muscoli e nei nervi di collo, testa e viso. Tra l’altro, oltre all’emicrania, la cattiva postura porta anche a una diminuzione della forza fisica, dell’agilità, della flessibilità del corpo, o persino ad una cattiva respirazione.
La presenza di tali problemi può essere causata da una serie di fattori:
– Disfunzioni muscolari
– Disfunzioni articolari
– Bruxismo (l’atto di digrignare i denti quando si dorme, ma non solo)
– Serramento con conseguente ipertrofia dei masseteri
– Lussazione del disco articolare tra condilo e fossa articolare dell’osso temporale
– Artrite reumatoide
– Artrosi
– Stress
Oltre alle già citate emicranie e cefalee, i disturbi dell’articolazione temporo-mandibolare possono portare a diversi sintomi, tra cui limitata capacità di aprire la bocca, sensazione di affaticamento ai muscoli facciali, dolore al collo, blocco della mascella in apertura o chiusura, difficoltà di masticazione, “rumori” insoliti all’apertura o alla chiusura della bocca, talvolta accompagnati da sensazione di dolore o indolenzimento. Tra i sintomi dei disturbi dell’ATM vanno poi annoverati i problemi di udito, le vertigini e il tinnito (ronzio nelle orecchie).
Se riscontrate problemi di questo tipo e ritenete che possano essere legati a una malocclusione dentale, il consiglio è quello di rivolgervi con tempestività al vostro odontoiatra di fiducia, che sarà in grado di effettuare l’anamnesi del vostro caso attraverso un attento esame delle vostre articolazioni temporo-mandibolari.
Il dentista potrebbe utilizzare esami strumentali specifici come l’ortopantomografia, la TC, teleradiografia laterale del cranio e la risonanza magnetica dell’ATM per poter formulare una diagnosi precisa: si tratta di indagini radiografiche che permettono la visualizzazione completa delle strutture interessate e l’ottenimento di una proiezione dei tessuti molli e la loro posizione durante il movimento della mandibola.
Una buona terapia, pensata su misura del singolo caso, mirerà a risolvere i problemi di malocclusione e, nella maggior parte dei casi, porterà anche alla scomparsa completa dell’emicrania e della cefalea ricorrente.